Antonio Favaro e l’edizione nazionale galileiana. Ragguaglio su una teca digitale

Abstract

Sebastiano Timpanaro sr., primo direttore della Domus Galilaeana di Pisa, individuava nello studio dell’opera filologica e storica di Antonio Favaro uno dei compiti principali dell’istituto che gli era stato affidato all’inizio degli anni Quaranta del secolo scorso. Si adoperò perciò insieme al presidente Giovanni Gentile, affinché la Domus acquisisse la biblioteca e l’archivio del Favaro, allora sotto custodia del figlio Giuseppe. I tempi lunghi dovuti all’infuriare della guerra e la morte inaspettata di Timpanaro e Gentile impedirono che, una volta ottenuti, quei libri e quei manoscritti fossero messi a frutto per un progetto organico. La Thek@ Favaro curata dal Museo Galileo porta di fatto avanti quell’antico disegno, avvalendosi dell’aiuto delle moderne tecnologie informatiche, e propone un modello di biblioteca digitale complessa, capace di mettere a disposizione di chi ne abbia interesse materiali di prima mano e strumenti utili a interpretarli e a inquadrarne il contesto.